62018Ago
Sviluppare la confidence nei calciatori

Sviluppare la confidence nei calciatori

IL COSTRUTTO DI “CONFIDENCE”
Il costrutto di confidence, o fiducia, viene spesso considerato un elemento chiave nella performance. Tuttavia, secondo Dan Abrahams, psicologo del AFC Bournemouth, sembra possibile portare a termine una prestazione in maniera efficace anche senza un elevato livello di tale costrutto.
L’obiettivo del lavoro di Abrahams è quello di aiutare i giocatori a competere nel miglior modo possibile nel giorno della partita persino quando non si sentono in forma mentalmente e fisicamente per via di un breve calo di forma o di un periodo in cui le prestazioni risultano incolore. Così come si riesce a competere quando si è al 60-80% della forma, è possibile giocare anche quando il livello di fiducia non è al massimo.
UNA TECNICA PARTICOLARE
Abrahams utilizza una tecnica particolare. Dato che tutti i calciatori adorano giocare a FIFA o a Call of Duty su Xbox o PS4, egli spesso propone ai suoi assistiti di immaginare di poter controllare le loro azioni attraverso due joystick, uno connesso al self-talk e uno al linguaggio corporeo, per far sì che gli atleti riescano a gestirsi sul campo da gioco.
Se un attaccante sbaglia un paio di occasioni d’oro potrebbe iniziare a rimuginare in continuazione sugli errori commessi e per evitare di perdersi in questi pensieri negativi dovrebbe usare il primo controller per continuare a parlarsi mantenendosi positivo, energico e ottimista e il secondo per rinforzare il comportamento non verbale connesso a questi pensieri. Infatti, mantenere un linguaggio corporeo positivo, vivo e non sfiduciato aiuterebbe il giocatore a trasformare una prestazione da 6/7 in pagella in una da 7/8.
MIGLIORARE SE STESSI
Egli ricorda inoltre ai suoi clienti che i migliori calciatori sono tali perché sono costantemente focalizzati su come migliorare sé stessi dal punto di vista mentale dal punto di vista fisico e perché riescono a mantenere vividi i ricordi delle loro migliori partite, delle loro migliori azioni e delle sensazioni che hanno provato in quei precisi momenti. Steve McLaren, vice di Sir Alex Ferguson alla guida del Manchester United, riportava che, negli anni d’oro della squadra, tutti i giocatori erano al top poiché i loro livelli di motivazione, desiderio e competitività erano al massimo ogni giorno.
L’umore è una componente importantissima e decisiva per i calciatori e i tifosi sarebbero davvero sorpresi di sapere quanti giocatori sono influenzati dai cambiamenti di umore nella messa in atto delle prestazioni sportive. Sono episodi prevalentemente casuali, e non fatti di proposito, che fanno la differenza tra una partita giocata bene o male.
PERIODI DIFFICILI
Spesso i calciatori professionisti vivono periodi difficili nelle loro carriere per svariati motivi che possono avere un’influenza negativa sia sulle loro prestazioni che sul loro stato mentale. Gran parte della carriera di un calciatore non è sotto il suo diretto controllo a causa di agenti esterni come infortuni o problemi con gli allenatori. Abrahams ha lavorato con un giocatore di League One (terza divisione inglese) che giocava nel ruolo di regista di centrocampo. La prima stagione fu un successo a tal punto che venne visionato dal Brighton, che all’epoca giocava in Championship, e il trasferimento stava per concretizzarsi, ma il vecchio allenatore venne esonerato e il sostituto propose uno stile di gioco aggressivo e improntato sui passaggi lunghi che sfavoriva le caratteristiche del cliente di Abrahams a tal punto che egli divenne un “panchinaro fisso”.
Una delle migliori e soddisfacenti esperienze per Abrahams è stata quella vissuta con Carlton Cole, attaccante attualmente svincolato, ma che grazie all’aiuto dello psicologo è riuscito a passare dalla squadra riserve del West Ham all’esordio in nazionale in soli 18 mesi quando sostituì Peter Crouch in una partita amichevole contro la Spagna.
SVILUPPARE LA PAZIENZA
Un’altra collaborazione importante è stata quella con Yannick Bolasie, ala del Crystal Palace e successivamente dell’Everton, con il quale hanno lavorato prevalentemente sulla pazienza. Essendo quello dell’ala un ruolo complicato e che rimane spesso fuori dal gioco, è facile che il calciatore si spazientisca e metta in atto comportamenti non verbali che lasciano trasparire insofferenza e rabbia verso sé stessi e per la situazione e che lo possono escludere ancora di più dal match. Il frutto del lavoro svolto, tenendo sempre presente la tecnica dei due controller, è stato visibile nella partita giocata contro il Liverpool nel maggio del 2014. Per 70 minuti i Reds conducono la gara per 3 reti a 0 e Yannick non si vede, ma continua a parlarsi e a mantenere alta la concentrazione e ciò è visibile dalla sua postura ferma e decisa che lo mantiene carico e reattivo fino a quando, con due scatti fulminei, squarcia la difesa avversaria e dà il via alla rimonta della sua squadra fino al 3-3 finale che compromette definitivamente i piani del Liverpool nella rincorsa al titolo.
DENTRO E FUORI DAL CAMPO
Secondo Abrahams uno psicologo dello sport deve anche essere un confidente per l’atleta e deve essere abbastanza aperto e disponibile per far sì che i giocatori possano parlargli di qualsiasi problema in cui potrebbero incorrere dentro e fuori dal campo.
Lentamente sembra che il calcio stia iniziando a trattare gli effetti della salute mentale in maniera seria, nonostante rimangano tanti argomenti da discutere e approfondire per migliorare e implementare gli interventi nei contesti sportivi.
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