82019Apr
L’impresa di Alberto Bettiol

L’impresa di Alberto Bettiol

Un personaggio toscano: Alberto Bettiol

Alberto Bettiol toscano, di Poggibonsi, classe ’93, è un ciclista che corre su strada per la EF, Education First e ieri è entrato a gran voce tri i grandi delle due ruote, vincendo il giro delle Fiandre.

Per chi non segue il ciclismo, quello che potrebbe essere il corrispettivo di vincere il Rolland Garros, come è stato scritto su Twitter.

Vincere a quel punto può sembrare la cosa più scontata del mondo a vederla da fuori, poco più che una formalità. Invece fare un’azione del genere dopo 250 chilometri di una gara corsa sempre a tutta, su e giù per i muri delle Fiandre, e poi andare via in pianura resistendo al ritorno degli inseguitori è una questione di qualità. Servono gambe, ovviamente, ma soprattutto talento e determinazione. Cose che Alberto ieri ha dimostrato di avere.

All’arrivo era lucido, apparentemente rilassato, dopo uno sforzo di oltre sei ore. Si è preso tutti gli ultimi metri per godersi la vittoria, si è tolto gli occhiali e ha accennato ai fotografi come a dire “guardatemi, ora sapete chi sono”. Fisicamente quello che colpisce di questa vittoria è lo strapotere dimostrato su tutti i 267 chilometri di strada, sempre nelle prime posizioni, sempre pronto a chiudere sugli attacchi avversari e a scattargli in faccia.

Ma soprattutto, ancora prima della condizione fisica, Alberto Bettiol ieri ha messo in mostra il suo talento, la sua tenacia e la sua intelligenza.

Talento sì, ma anche Intelligenza Agonistica.

Per Intelligenza Agonistica si intende «l’insieme delle competenze insite nella naturale tendenza dell’essere umano (come qualsiasi essere vivente) di progettare, affrontare, superare e prevedere le SFIDE con se stesso, con gli altri, con l’ambiente»(Vercelli, 2008).

L’Intelligenza Agonistica consiste nella capacità di utilizzare le risorse personali di carattere psichico, fisico e tecnico in vista della meta che si intende raggiungere. Tale capacità passa attraverso il controllo e il dominio dei fattori che la costituiscono, nonché la loro regolazione tramite le leggi che determinano la connessione tra mente, corpo e ambiente.

Lo studio degli avversari, la capacità di stare in gruppo, di stare in testa, lontanto dalle insidie delle retrovie, la determinazione nel voler scrivere il proprio nome accanto a quello dei grandi, hanno permesso a questo ragazzo di fare il grande passo.

L’Obiettivo ha pedalato con lui e per lui. Avere in mente una grande meta è fondamentale per provare a raggiungerla, e in Psicologia dello sport si parla a tal proposito, di Goal Setting. Ha mostrato una forza e una tecnica sul pavé fuori dal comune.

Alzarsi sui pedali sul pavé significa perdere attrito sulla ruota posteriore, che tenderebbe a scodare sprecando preziosa energia, stando ben piantato sul sellino, come ha fatto Alberto, invece, il peso si distribuisce meglio, la bici rimane ben salda e ancorata al terreno. È per questo, fondamentalmente, che queste corse sono così difficili.

Alberto Bettiol, insomma, non ha vinto per caso. Ha vinto perché in questo momento è tra i più forti sui muri ed è bravo a muoversi in mezzo al gruppo per risparmiare energie, sa correre bene nella confusione delle grandi classiche del nord: anche questo fa parte del gioco, saper evitare gli incidenti non è solo fortuna ma è anche questione di lucidità.

Vincere il Giro delle Fiandre, dopo 17 muri e 267 chilometri, contro quegli avversari, non è una formalità. La vittoria di ieri ci dice tanto di che tipo di corridore sia già adesso Alberto Bettiol, che ha scritto il suo nome nell’albo d’oro del Giro delle Fiandre dopo non aver vinto nemmeno una gara tra i professionisti.



Stefania Cicali



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