222019Lug
Emozioni e sport di squadra

Emozioni e sport di squadra

Quando facciamo uno Sport c’è sempre un po’ di tensione (per il risultato, per la propria performance, per l’importanza dell’appuntamento, ecc..). Questa tensione si riflette sul nostro stato emotivo e quindi sulla prestazione: ecco perché è importante gestire le proprie emozioni in maniera efficace.

LE EMOZIONI SONO CONTAGIOSE!

E’ esperienza comune che quando facciamo parte di un gruppo, che sia sportivo, politico, scolastico, è più facile essere ricettivi alle emozioni di chi ci sta accanto; viceversa quando anche un solo elemento di un gruppo è in dissonanza rispetto agli altri, il clima generale ne risente. Queste regole valgono anche nel mondo dello sport con importanti conseguenze sulla prestazione: è  quindi possibile che le emozioni di un giocatore divengano quelle di una squadra intera.

Un classico esempio di questo è la paura. Quando una squadra che ha un grande vantaggio viene rimontata può accadere che tra i giocatori inizia a serpeggiare una paura che, in poco tempo, si propaga a tutti quanti bloccando e condizionando negativamente la prestazione. Il termine tecnico che si usa in questi casi è “soffocamento”, dall’inglese “choking”, visto che la sensazione è quella di perdere il fiato, paralizzati dalla paura. Allo stesso modo una squadra che si fa forza ed entra in uno stato di fiducia arriva a performare ad un livello altissimo con il minimo sforzo, gasandosi e prendendo energia secondo dopo secondo! In questo caso si parla di “flow”, che nella fattispecie diventa “flow di squadra”.

CONSEGUENZE SULLA SQUADRA

Uno dei principali responsabili del clima emotivo che si respira non solo durante la prestazione, ma anche durante gli allenamenti, è sicuramente l’allenatore. È l’allenatore infatti che, attraverso la propria gestione (stile di leadership, comunicazione, ecc…), può influenzare di molto lo stato emotivo della squadra. Oggigiorno è sempre più frequente vedere allenatori che trasmettono calma quando la squadra è tesa oppure che si arrabbiano quando la squadra è spenta. Questo anche quando, probabilmente, la reazione istintiva dell’allenatore sarebbe diversa. La scelta, quindi, diventa quella di calmarsi per calmare, o di attivarsi per attivare, sfruttando proprio il potere del contagio emotivo.

Un buon allenatore, dal punto di vista emotivo, sa:

  • Riconoscere le emozioni che prova e che provano gli atleti che allena.
  • Gestire le emozioni proprie ed altrui in funzione dell’obiettivo
  • Gestire le emozioni proprie ed altrui in funzione delle caratteristiche degli atleti
  • Tradurre le sue emozioni in un linguaggio comprensibile per la sua squadra o per il singolo atleta.
  • Accettare le emozioni degli altri senza giudicarle.

L’empatia oltre ad essere la capacità di mettersi nei panni degli altri, rappresenta anche la capacità di capire l’altro senza perdere sé stessi. Per gli atleti quindi diventa fondamentale:

  • Essere consapevoli delle proprie emozioni e di quelle altrui.
  • Accettare le emozioni degli altri
  • Restare concentrati sull’obiettivo (anche grazie all’aiuto dell’allenatore).
  • Comunicare in maniera costruttiva e propositiva per aiutare sia sé stessi (grazie al dialogo interno) che i propri compagni a mantenere questa concentrazione.
  • Essere consapevoli dei momenti della competizione e del loro particolare peso emotivo

UNA SCELTA CONSAPEVOLE

Molto spesso queste variabili di contesto risultano difficilmente controllabili. A questo punto diventa importante ricordarsi che siamo noi i responsabili delle emozioni che proviamo e che, quindi, alla fine la scelta di come comportarsi spetta sempre a noi!

Così arriviamo all’importanza di concepire le emozioni come informazioni preziose che possiamo imparare a comprendere e modulare per esprimere il meglio di noi stessi e aiutare gli altri. 

La complessità emotiva della squadra è davvero molto grande, ma ha un impatto decisivo nell’andamento di stagioni e campionati. Imparare a capire e lavorare con il clima emotivo diventa, in conclusione, una capacità importante per tutti visto che ognuno, in una squadra, può diventare “portatore sano di emozioni costruttive” e utili al raggiungimento di obiettivi e successi.



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