122019Lug
“La stabilità mentale mi ha permesso di rimontare e vincere” – Novak Djokovic

“La stabilità mentale mi ha permesso di rimontare e vincere” – Novak Djokovic

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Novak Djokovic ha vinto il suo quinto Wimbledon. La finale contro “King” Roger Federer è già nella storia per la sua durata (4 ore e 57 minuti!) e soprattutto per l’altissima qualità del tennis di entrambi i contendenti.

In questo articolo vogliamo fare un focus su alcune dichiarazioni del Djoker nella conferenza stampa post gara.

PREPARAZIONE MENTALE

“Sapevo che dovevo cercare di stare calmo e controllare le mie emozioni, sapevo come sarebbe stato l’ambiente… me l’ero immaginato prima nella mia testa, l’avevo visualizzato in anticipo

Ho provato a giocare il match prima di entrare in campo, a immaginarmi vincitore: penso mi abbia aiutato. Ci sono energie che non vengono solo dal tuo corpo, ma anche dalla tua mente e dalla tua essenza. Per me è sempre una lotta interiore, oggi ho cercato di chiudere fuori di me tutto ciò che mi succedeva intorno. In alcune fasi ho cercato di lottare. Il coraggio deriva dal potere della visualizzazione che si può fare prima. Ho provato a costruirmi lo scenario in cui io potevo essere il vincente”.

Novak Djokovic si aggiunge alla crescente schiera dei campioni che mettono in evidenza il ruolo decisivo della preparazione mentale sull’esito di un match. Come ha affermato in altre interviste, il Djoker pratica meditazione e visualizzazione per raggiungere quella calma interiore che lo ha aiutato a scalare le vette ranking mondiale e ovviamente a vincere quest’ultimo straordinario Wimbledon. Il tennis è uno sport in cui, come nel golf e nel tiro a segno, la calma interiore (che non significa mancanza di esplosività) fa davvero la differenza in ogni gara.

Innanzitutto è importante che l’atleta impari a rilassarsi: rilassamento e visualizzazione costituiscono una felice alchimia di risorse che equivalgono al carburante di cui lo sportivo dispone per arrivare ai massimi livelli. E’ utile che si impari ad accedere allo stato di rilassamento e di benessere in ogni situazione, oltre che in gara e in allenamento. In tal modo diventa possibile richiamare il proprio stato ottimale anche nelle condizioni più difficili, dove è più necessario. L’equilibrio emozionale di una mente lucida permette altresì di accedere alle proprie risorse esplosive come velocità, forza, resistenza, grinta; sempre mantenendo il contatto con il proprio strumento basilare e più prezioso, l’unità mente-corpo.

Imparare a rilassarsi quindi non è antitetico con il saper dare il massimo in termini di agonismo e competitività. Anzi se si è calmi aumenta la capacità di rimanere concentrati, di attuare lo schema corporeo adatto, e di mantenere un giusto equilibrio tra rilassamento e reattività.

RILASSAMENTO

L’obiettivo del rilassamento è controllare il livello di attivazione al fine di gestire stati d’ansia e di tensione psicofisica. Probabilmente, tra le tecniche di preparazione mentale, il rilassamento è quella più conosciuta ed accettata. Nonostante ciò, tale pratica ancora troppo spesso viene lasciata alla libera iniziativa del singolo atleta (che ne sente il bisogno) e stenta a far parte sistematica dell’allenamento psicofisico dell’individuo.

I benefici che ne possono derivare sono notevoli: dal miglioramento della qualità di tutto il periodo di allenamento, alla gestione ed ottimizzazione delle ore pre-gara fino alla creazione di una base solida su cui instaurare un serio progetto di preparazione mentale.

Una procedura di rilassamento può prevedere tre fasi differenti da svilupparsi progressivamente:

  1. esercizi di contrazione-decontrazione di specifici distretti muscolari;
  2. modulazione del ritmo respiratorio con concentrazione sulle sequenze inspirazione-espirazione, caratterizzato da respiri lenti e profondi.
  3. abbinamento di esercizi di contrazione-decontrazione muscolare ed esercizi respiratori.

VISUALIZZAZIONE

In ogni disciplina sportiva è utile saper sviluppare la capacità di visualizzare i movimenti. E’ importante visualizzare sia il movimento idealmente perfetto che il movimento compiuto dall’atleta. Il matching tra le due esecuzioni permette di superare il gap tra ideale e reale. La visualizzazione è fondamentale in quanto, esattamente come l’allenamento fisico, crea una traccia neuronale che nel tempo si rafforza.

L’esecuzione ottimale diventa più facile e naturale perché la mente (a livello psicologico) e il cervello (a livello fisiologico) si sono abituati a produrre tale esecuzione. Ogni abitudine diventa tale con la ripetizione, anche cambiare abitudine richiede ripetizione. Per innescare un’abitudine eccellente occorre però avere una valida e solida motivazione.

Si usano le visualizzazioni anche per rafforzare l’unità mente-corpo. Queste tecniche sono molto vicine ad alcune forme di meditazione, grazie alle quali lo sportivo entra in contatto con la propria forza interna e diventa abile a farla fluire quando serve, e ad accumularla in sé quando non occorre servirsene.

Per liberarsi dalle zavorre mentali una soluzione può essere una tecnica immaginativa come trasferire il sentimento negativo su un pezzo di carta o su un altro oggetto e liberarsene, appena questo è fatto si avverte un senso di libertà che deve essere sostenuto dall’atleta e dal trainer in modo che diventi una zona di comfort in cui l’atleta si muove a suo agio.

Libero da turbamenti e con la mente focalizzata nel “flow” l’atleta può togliersi delle belle soddisfazioni e mirare verso obiettivi sempre più sfidanti e avvincenti.

Stefania Cicali



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