“Gioco a tennis e voglio stare più concentrato. Che posso fare?”
Salve ,
sono Cristiano e pratico tennis da molti anni, ultimamente però non ci sto con la testa e non riesco a seguire il gioco; ogni momento è buono per volare via con i pensieri e distrarmi. Come potete capire le mie partite finiscono inevitabilmente male! Potete darmi qualche consiglio?
Ciao Cristiano,
intanto grazie per esserti rivolto a noi. Ci viene spontaneo pensare come prima cosa, se ci possano essere fattori esterni al tennis, avvenuti ultimamente, che impegnandoti oltremodo la testa, possano avere ricadute sulla tua capacità di mantenere la concentrazione…non siamo robot e quindi capita che momenti di vita più stressanti di altri possano influenzarla a 360°, in questo caso, incidendo negativamente anche sulla sfera sportiva.
Dopo questo preambolo, doveroso a nostro parere, la concentrazione è una capacità che col mental training si migliora e s’impara adottando delle tecniche specifiche, per cui puoi stare sereno.
Quando si affronta una sfida di qualunque livello (da un’interrogazione scolastica a un viaggio in macchina), la capacità di controllare l’attenzione e la concentrazione è fondamentale per le sorti della performance.
Se l’attenzione si può definire come la capacità di dirigere la coscienza su determinati stimoli ignorandone altri, la concentrazione altro non è se non attenzione prolungata nel tempo.
Quando una persona è alle prese con un’attenzione difettosa, le cause possono essere molteplici: debolezza organica, tensione muscolare, attenzione non educata, scarso coinvolgimento nel lavoro che si sta svolgendo, oppure un timore o un desiderio eccessivi.
L’attenzione è quindi un argomento davvero importante e complesso: per questo è stato studiato ampiamente. E le ricerche hanno dimostrato che l’attenzione è allenabile, anzi allenabilissima!
Una delle principali chiavi per padroneggiare l’attenzione consiste innanzitutto nel chiarirsi da una parte su cosa la vogliamo dirigere, dall’altra su cosa non la vogliamo dirigere.
Quindi ti suggeriamo di analizzare, diciamo così, la “scaletta” di una partita:
- prendi carta e penna e individua le principali situazioni che ti trovi ad affrontare in un match: il servizio, la risposta, gli scambi con l’avversario, il momento dopo un punto vincente o dopo un errore, ed i cambi di campo.
- Per ognuna di queste fasi o momenti di gioco scrivi a cosa vuoi stare attento e cosa vuoi ignorare (per esempio: <<Durante il servizio voglio pensare a colpire in alto e a direzionarla su un lato specifico del rettangolo di battuta, non voglio pensare al collega di lavoro che ha ottenuto una promozione; in risposta invece sull’essere aggressivo e non sulla tua amica che ti è venuta a vedere giocare>>, ecc ecc).
- Memorizza questi pensieri/azioni come se fossero dei copioni.
- Dopodiché, durante gli allenamenti e i match, parti dall’idea di interpretare questi copioni in modo preciso.
Inoltre, in partita aiutati parlando a te stesso come se tu parlassi a un amico: così facendo può darsi che ti troverai a parlare con te stesso per quasi tutta la gara, del resto è un comportamento comune anche a tanti professionisti, come ricorda Andre Agassi nelle prime pagine del suo libro “Open”. In questi dialoghi tra te e te, ricorda a te stesso a cosa stare attento, gli obiettivi di ogni fase, i vari step delle tue routine. Usa sempre un linguaggio positivo e ottimista.
Fiduciosi che queste parole ti possano far giocare più serenamente, restiamo a disposizione per approfondire questa e altre tematiche inerenti la forza della “testa”, che sappiamo bene sia la centrale della performance. Buon allenamento intanto!
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